Il Cern sperimenta Grid - dati a 600 MB per secondo

Posted in General by midbar on 30/05/2005 23:11

Dopo il World Wide Web, che nacque presso i laboratori del Cern nel 1989, in questi giorni un ulteriore passo avanti è stato compiuto sempre presso il Cern di Ginevra. Anche in questo caso un progetto nato a supporto della ricerca di base avrà ripercussioni straordinarie e di ordine pari a quanto è accaduto per WWW.

Il Cern sperimenta Internet2 dati a 600 MB per secondo

Un flusso continuo di dati provenienti dal Cern di Ginevra e diretti verso sette diversi centri in Europa e negli Stati Uniti, a una media di 600 megabyte per secondo, per dieci giorni consecutivi: è il nuovo record della rete Grid del progetto di Ginevra. Il test (il secondo dei quattro programmati) effettuato nei giorni scorsi ha ottenuto successo segnando cosi un importante passo avanti per la realizzazione del progetto Lhc computing Grid.



Una tecnologia che potrebbe poi espandersi fuori dalla Comunità scientifica e raggiungere un più vasto numero di utenti. Prime fra tutti le università, la cui mole di dati in ricezione e trasmissione attraverso i sistemi informativi diventa sempre più alta. E poi, i centri di produzione industriale a cui non dispiace certamente di poter utilizzare una rete potente e ad altissima velocità per le comunicazioni tra sedi distaccate in tutto il mondo.

Il sistema Grid, infine, potrebbe avere anche risvolti commerciali più “normali” per la trasmissione ad alta velocità di segnali video e audio, per il broadcast e per la telefonia mobile. Per questo, si vanno anche studiando soluzioni che consentono forme di comunicazione “wireless”. Infine, l’Internet 2 potrebbe arrivare a sostituire l’ormai relativamente lenta rete mondiale di comunicazione attraverso il Web.

[via repubblica.it]

Per saperne di più vedi la comunicazione rilasciata dal CERN.

29 Maggio 1997 - Jeff Buckley

Posted in General by midbar on 29/05/2005 23:33

So Real.mpeg - 46.2MB - 278 seconds Il 29 maggio 1997, Jeff si stava recando all’aeroporto di Memphis per andare a prendere i membri della band; essendo in anticipo, ed essendo l’ora del tramonto di un pomeriggio tranquillo, in compagnia di un amico si ferma presso le acque del fiume Wolf River, un affluente del fiume Mississippi. Si immerge nelle acque del corso d’acqua vestito e con le scarpe. Il suo amico lo vede allontanarsi dalla riva sempre di più. Muore così Jeff Buckley.

Voci parlano di probabili cause di morte, nessuna delle quali ha trovato conferma definitiva: un mulinello creato da una barca passatagli accanto, le scarpe che lo hanno reso troppo pesante, o altro. Il suo corpo fu ritrovato soltanto vari giorni dopo, il 5 giugno 1997, dalla polizia locale.

[via wikipedia]

Con solo un album completo, in studio, all’attivo, Jeff Buckley diventa uno dei musicisti più importanti e carichi di talento che la musica contemporanea abbia mai conosciuto.

Classifica Forbes - Le prime aziende del mondo

Posted in General by midbar on 25/05/2005 13:49

Nella classifica 2005 stilata da Forbes sulle 2000 aziende piu’ importanti al mondo ci sono 42 società italiane. ENI è la prima, al 30° posto della classifica.

Radiocor - Milano, 23 mag - Nella classifica 2005 stilata da ‘Forbes’ sulle 2000 aziende piu’ importanti al mondo nel settore business e finanza, il primo posto e’ coperto dall’americana Citigroup, mentre tra le prime 100 societa’ 41 sono banche e assicurazioni. Le societa’ italiane censite sono 42, di cui 20 sono banche e 3 compagnie assicurative. Prima tra le imprese italiane Eni, 30esima nella classifica mondiale, mentre bisogna arrivare rispettivamente al 72esimo e al 75esimo posto mondiale per ritrovare altre due societa’ di casa nostra, Enel e Generali. Telecom 85esima, Unicredit 94esima, Banca Intesa 118esima e San Paolo Imi 151esima. A qualche distanza Mps (336), Mediobanca (545), Fondiaria Sai (594), Finmeccanica (595) e il gruppo Banca popolare di Verona e Novara (609), mentre Fiat e’ al 611esimo posto e Bnl e Capitalia sono rispettivamente 650esima e 651esima. In coda alla classifica mondiale, al numero 2000, un’altra italiana, la Indesit.
[grazie a ilsole24ore]

De inventione

Posted in General by midbar on 24/05/2005 23:37


Abbiamo raccontato come esordì il lato buono dell’eloquenza: spieghiamo anche le origini del lato cattivo. Mi pare alquanto verosimile che le cose siano andate così. Un tempo, chi era poco dotato nella parola e nel pensiero non era solito occuparsi della politica; nè, d’altra parte, gli uomini di grande valore ed eloquenza si dedicavano a cose di interesse privato. Piuttosto ritengo che, mentre le persone migliori amministravano le questioni di maggior peso, ve ne erano altre, non prive di scaltrezza, che si dedicavano alle piccole controversie tra singoli. In simili controversie si prese l’abitudine di schierarsi dalla parte della menzogna, contro la verità: di conseguenza l’assidua pratica della parola si ricoprì di audacia. Così, inevitabilmente, gli uomini migliori, davanti alle ingiustizie operate contro gli altri cittadini, si vedevano costretti a resistere a questi arroganti e a venire in aiuto ciascuno alle persone più care. Chi dunque accantonava la ricerca della saggezza, per procacciarsi unicamente l’eloquenza, appariva nell’uso della parola pari e anzi, non di rado, superiore agli altri. Accadeva quindi che nel giudizio suo e della gente fosse lui a sembrare degno di governare. Ecco perchè non ci deve meravigliare se lo Stato andò incontro ai naufragi più grandi e disastrosi: fu naturale conseguenza, visto che si erano messe al timone persone prive di scrupoli e senso del limite. Per questi fatti l’eloquenza attirò su di sè un odio ed un’ostilità tali che le persone più intelligenti abbandonarono quella vita piena di disordini e violenze per dedicarsi a studi più tranquilli, come si cerca in un porto il rifugio dalla burrasca. Perciò, credo, col passar del tempo, gli uomini migliori, nella vita privata, si dedicarono e diedero lustro agli altri studi, giusti e nobili; ma l’eloquenza, abbandonata dalla gran parte di loro, finì dimenticata, e proprio nel momento in cui la si sarebbe dovuta conservare con maggior forza e migliorare con maggiore impegno.
Perchè quanto più indegnamente la disciplina nobile e giusta fra tutte era violentata dalla sfrontatezza e temerarietà di cittadini folli e disonesti - con danno incalcolabile per la repubblica -, tanto maggiore doveva essere la determinazione nel resistere di costoro, nell’andare in soccorso dello Stato. Lo sapeva bene il nostro Catone, lo sapeva Lelio, lo sapeva Scipione Africano che, a ben vedere fu allievo di quelli; lo sapevano i Gracchi, nipoti di Scipione. Vi era in questi personaggi un valora altissimo, ed un’autorevolezza che tale valore rendeva più grande. E poi l’eloquenza, coronamento a quelle doti, presidio per lo Stato. Per tal motivo io sono convinto che se anche c’è chi dell’eloquenza fa cattivo uso nella vita privata o in quella pubblica, non di meno all’eloquenza ci si deve dedicare. E anzi con determinazione più grande, se si vuole evitare che i malvagi assumano un potere enorme, che rappresenterebbe un grave danno per gli uomini onesti e una rovina generale per chiunque. Perchè è proprio l’eloquenza la sola attività che interessa la vita sia privata che pubblica, è l’eloquenza che dà sicurezza, onore, lustro e insieme gioia alla vita. E quando si accompagna a quella saggezza che sa porre il il giusto limite ad ogni cosa, è sempre dall’eloquenza che allo Stato derivano innumerevoli vantaggi….

Cicerone - De inventione, circa 84 a.C.

Qui ad Atene noi facciamo così

Posted in General by midbar on 24/05/2005 23:36

Il pezzo è vecchio (del 461 a.C.), ed è stato ripreso da Paolo Rossi parecchi mesi fa (quando ancora non si era partiti con Midbar’s Blog). A me comunque piace inserirlo in questi appunti.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

Il piccolo mondo dei cda italiani

Posted in General by midbar on 22/05/2005 19:55

A chi appartengono le aziende? A chi le dirige o a un contesto più esteso formato dai lavoratori e dai clienti?
E che potere reale esercitano oggi queste categorie? ZERO.

Le aziende sono gestite da amministratori delegati, eletti da consigli di amministrazione, che, a loro volta, sono nominati dagli azionisti.

Nei consigli di amministrazione c’è sempre il solito giro di persone che occupano tre, quattro, cinque poltrone…

Gli amministratori delegati e i presidenti rappresentano spesso gli interessi (e per questo sono eletti) dei rappresentanti di una quota di minoranza della proprietà.
La maggioranza, costituita dai piccoli azionisti è ridotta a parco buoi.

[da Il blog di Beppe Grillo ]

Nel post di Beppe Grillo si citava un rapporto secondo il quale tale fenomeno è riconducibile ad una nuova teoria scientifica che da pochi anni, in seguito ad un articolo pubblicato su Nature nel giugno 1998, si è sviluppata e sta coinvolgendo numerosi ricercatori che lavorano su differenti discipline.
La teoria del Piccolo Mondo sostiene che una qualunque persona nel pianeta è separata da ogni altra da un numero limitato di relazioni. In altri termini, chiunque può contattare una persona sconosciuta attraverso una catena formata da pochissime relazioni. La regola è applicabile ad ogni contesto di rete, e quindi anche alla rete formata dai consigli di amministrazione. Tale teoria è spiegata in un bellissimo libro divulgativo che affronta il tema e che avevo già citato in un post di qualche tempo fa: NEXUS di Mark Buchanan, sottotitolo: “perché la natura, la società, l’economia, la comunicazione, funzionano allo stesso modo”.

2005 al cubo

Posted in General by midbar on 20/05/2005 20:05

vista l’ora, visto il giorno e il mese e visto l’anno

Hamlet Cigars

Posted in Funny by midbar on 14/05/2005 20:00

3.6MB
Chiara ha chiesto di inserire qualche video divertente ed io mi sono ricordato di una vecchia pubblicità di sigari… :)

Vacanze di Pasqua

Posted in Funny, General by midbar on 12/05/2005 23:34

A marzo ci sono state le vacanze di Pasqua: non si puo’ andare al mare e pretendere che il Pil cresca.
[Silvio Berlusconi davanti ai dati preliminari dell’ Istat che rilevano che il Pil e’ calato dello 0,2% rispetto al primo trimestre 2004]

Non so perchè, ma a me sarebbe piaciuto di più:

Ti prego baby, lo sai che ti amo. Non avrei mai voluto lasciarti, non è stata colpa mia. Davvero, sono sincero. Quel giorno finì la benzina. Si bucò un pneumatico. Non avevo i soldi per il taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria! Era venuto a trovarmi da lontano un amico che non vedevo da anni! Qualcuno mi rubò la macchina! Ci fu un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non e’ stata colpa mia!
[John Belushi in “The Blues Brothers”]

A day in the life of Africa

Posted in General by midbar on 11/05/2005 22:03


One day in Africa as seen by 100 photographers.

[via Olympus]
[via A day in the life of Africa]

Reporters sans frontières

Posted in General by midbar on 03/05/2005 22:42

Oggi si celebra la quindicesima Giornata internazionale per la libertà di stampa.
L’associazione Reporters sans frontières fornisce l’annuale rapporto sulla libertà di stampa.
Il 2004 è stato un altro anno nero per la stampa mondiale, con 53 giornalisti uccisi in servizio in tutto il mondo.
Per l’Italia citata l’anomalia unica del conflitto d’interessi e alcuni problemi di carattere giudiziario: “The conflict between prime minister Berlusconi’s business and political interests remains a special case in Europe. But in 2004, the judiciary was the source of most attacks on press freedom, imposing prison sentences on journalists and increasingly challenging the privacy of sources.”

Le rane ed il relativismo - parabola indiana

Posted in General by midbar on 01/05/2005 15:58

In un luogo dell’Asia meridionale, c’era una cittadina polverosa con diversi pozzi. Uno di questi aveva le pareti di un piacevole color zafferano. Alcune rane galleggiavano rilassate sulla superficie dell’acqua, fissando con i loro grandi occhi sporgenti un punto qualsiasi e nessuno in particolare. Una lieve brezza agitava le poche piante che si arrampicavano sulle pareti interne del pozzo. La vita è bella, pensavano le rane.

In un altro pozzo c’erano altre rane ugualmente liete della bellezza della vita. Il pozzo aveva le pareti di un verde vivace. Al crepuscolo le rane si godevano la vista della luna e della coperta di stelle.
Nella cittadina c’erano anche altri pozzi, alcuni avevano le pareti bianche, altri blu. Tutte le rane sembravano felici e contente di galleggiare sull’acqua e respirare il fresco profumo di muschi ed erbe che esalava dalle pareti dei pozzi.

Poi venne un grande caldo. Era l’anno più caldo a memoria di rana. Le rane cominciarono a inquietarsi. Via via che la loro irritazione cresceva, cominciarono a sentire voci nella testa. Le rane del pozzo blu sentirono una voce che diceva: “Avete ragione a spazientirvi, perché anche se il vostro pozzo è il migliore e ha l’acqua più pura, le rane degli altri pozzi non riconoscono questa verità.” Anche le rane del pozzo verde si sentivano dire che il loro pozzo era il più limpido. ‘Verità’ analoghe furono ‘rivelate’ anche alle rane dei pozzi bianchi e color zafferano.

Ben presto le rane cominciarono a gracidare aggressivamente: ogni pozzo cercava di superare gli altri. Continuarono così per un po’, finché non furono stanche. A quel punto alcune delle rane decisero di immergersi nelle profondità dei rispettivi pozzi per rinfrescarsi. Nuotarono fino a raggiungere il fondo e si godettero la freschezza delle acque.
Alcune, più avventurose, esplorarono a lungo le profondità. Una cominciò a nuotare in orizzontale e si inoltrò nei canali sotterranei. Quando emerse qualche tempo dopo, si accorse di trovarsi in un altro pozzo, di colore diverso dal suo, ma altrettanto piacevole.

Con la rapidità del canto delle rane si sparse la voce della scoperta: tutti i pozzi erano collegati dagli stessi canali sotterranei ed erano alimentati dalla stessa acqua. Le rane capirono che finché rimanevano in superficie vivevano nell’illusione che le acque fossero diverse, mentre in profondità era chiaro che la stessa acqua collegava ogni pozzo tramite corridoi nascosti.

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