Record del mondo
Stamattina, alle 00:42, due fasci di LHC al Cern sono stati fatti collidere all’energia di 1.18 TEV realizzando così il nuovo record del mondo.
Per aggiornamenti guarda su Twitter.
Aggiornamento del 02/12/2009:
Stamattina, alle 00:42, due fasci di LHC al Cern sono stati fatti collidere all’energia di 1.18 TEV realizzando così il nuovo record del mondo.
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Aggiornamento del 02/12/2009:
Monsignor Bottoni, intervenendo ad una cerimonia organizzata in memoria dei caduti partigiani, con coraggio afferma:
[…] La memoria dei morti qui, al Campo della Gloria, esige che ci interroghiamo sempre su come abbiamo raccolto l’eredità spirituale che Caduti e Combattenti per la Liberazione ci hanno lasciato. Rispetto a questo interrogativo mai, finora, ci siamo ritrovati con animo così turbato come oggi. Siamo di fronte, nel nostro paese, ad una caduta senza precedenti della democrazia e dell’etica pubblica. Non è per me facile prendere la parola e dare voce al sentimento di chi nella propria coscienza intende coniugare fede e impegno civile. Preferirei tacere, ma è l’evangelo che chiede di vigilare e di non perdere la speranza.[…]
[…] Fascismo di ieri e populismo di oggi sono fenomeni storicamente differenti, ma hanno in comune la necessità di disfarsi di tutto ciò che è democratico, ritenuto ingombro inutile e avverso. Allo scopo può persino servire la ridicola volgarità dell’ignoranza o della malafede di chi pensa di liquidare come “comunista” o “cattocomunista” ogni forma di difesa dei principi e delle regole della democrazia, ogni denuncia dei soprusi che sono sotto gli occhi di chiunque non sia affetto da miopia e che, non a caso, preoccupano la stampa democratica mondiale.[…]
Quando Dio finì di creare il mondo, decise di dividerlo tra i suoi principi e li chiamò a sé.
Il primo principe ad arrivare fu il principe del mare, tutto ricoperto di onde blu e azzurre e sul suo capo un turbante di onde spumeggianti.
“Poiché sei giunto per primo” disse Dio al principe del mare “ti darò la parte più grande. Riceverai due terzi del mondo: gli oceani, i laghi e i fiumi. Nella tua parte abiteranno tutti i pesci e i coralli stupendi, i pericolosi squali e le balene più grandi di ogni animale della terra. Presso di te verranno uomini e bestie e si compiaceranno di sedere presso le tue spiagge.
Partì quindi il principe del mare felice gioioso e riconoscente, dopo di lui entrò il principe delle montagne, alto e imponente, sul suo capo una vetta splendente e innevata.
“Shalom lekhà, pace a te, principe delle montagne” lo salutò Dio “a te darò tutte le cime ricoperte di neve e il forte vento dei monti che fa vivere ogni spirito. Ti darò le viste più belle nei limpidi giorni di primavera, tutte le bestie che abitano i dirupi, i camosci e le aquile. Tra i tuoi crinali abiteranno grandi poeti e sulle tue alture cammineranno coraggiosi i conquistatori di vette”.
Gioì il principe delle montagne e proseguì per la sua strada, dopo di lui giunse il principe delle foreste, ricoperto di foglie e rami ed attorno ai suoi piedi radici sinuose ricoperte di muschio.
“Barukh habà, benvenuto” disse Dio “a te do tutto il verde del mondo, le giungle misteriose e fitte, la ricchezza dei fiori e dei cespugli nei loro colori intensi e gli uccelli dal magnifico canto, che allieteranno gli orecchi di coloro che visiteranno le tue foreste. Ti dono tutte le grandi fiere, le scimmie, gli enormi elefanti e le farfalle dai mille colori. Presso di te verranno avventurieri amanti del pericolo alla ricerca di sfide e di territori sconosciuti.
Anche il principe della foresta partì, tutto contento, e Dio, visto che il suo sacco si era ormai svuotato, si accinse ad andar via.
Improvvisamente si udì un fruscio di vento leggero, e di fronte a Dio comparve il principe del deserto.
Vecchio e stanco si trascinava il principe del deserto, tutto bruciato dal sole e riarso dai venti, la barba ricoperta di polvere e la pelle solcata da rughe profonde.
“Adesso giungi?” disse incollerito Dio, “ora non mi resta nulla per te”. Si dispiacque il principe del deserto e si scusò: “Una lunga e impervia strada ho percorso, perdonami. Davvero non ti resta nulla per me?”.
Dio guardò il fondo del sacco e sospirò. “Guarda” disse e aperse il sacco di fronte al principe del deserto, “i grandi laghi li ho già dati. Tutto ciò che mi resta è una minuscola sorgente, un pozzo quasi secco e una piccola pozza d’acqua, nulla di più. Ho già ripartito tutti gli alti monti e le valli, mi son rimaste solo alcune alture erose dal vento che nessuno ha voluto. Tutte le piante le ho già sparse e mi sono rimasti solo alcuni arbusti spinosi e alcune piccole e polverose piante che nessuno ha preso. Il clima mite e quello primaverile li ho già assegnati a tutti e ciò che mi rimane è solo un clima ostile, bruciante di giorno e gelido di notte. “Per farla breve” concluse Dio, “non ho altro da darti se non una grande aridità e null’altro”.
Il principe del deserto ne fu addolorato e si incurvò. “Non fa niente” disse alla fine, “farò ritorno alla mia dimora, nel deserto, non ho bisogno di nulla, davvero”.
Dio vide l’afflizione del principe del deserto e disse, “no, non posso non darti qualcosa”. Dio rivoltò il suo sacco, e ne uscì sabbia finissima e calda, che diede vita a dune sconfinate, e rocce di ogni colore.
Dio consolò il principe del deserto e disse: “Non rattristarti, è vero, non hai ricevuto cime alte e innevate, e nemmeno fiumi lunghi e scroscianti. Non ho più a disposizione piante selvagge, farfalle e animali vigorosi. Ma presso di te, deserto” disse Dio, “giungeranno coloro che vedono in visione, profeti e solitari. Tra i tuoi crepacci si raccoglieranno gli amanti del silenzio e della natura, e presso di te, deserto, poiché sei così duro, si riuniranno tutti coloro che nel mondo ricercano la verità, la purezza e l’innocenza; presso di te” concluse Dio, “troveranno dimora coloro che cercano me”.
(storia popolare israeliana, via Bibbiablog)
22Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, fin d’allora.
23Dall’eternità sono stata costituita,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
24Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
25prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io sono stata generata.
26Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
né le prime zolle del mondo;
27quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso;
28quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso;
29quando stabiliva al mare i suoi limiti,
sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
quando disponeva le fondamenta della terra,
30allora io ero con lui come architetto
ed ero la sua delizia ogni giorno,
dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
31dilettandomi sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo.
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