Torniamo Umani

Posted in General by midbar on 20/12/2018 20:42

Torniamo Umani

Lo scorso 13 Dicembre don Luigi Verdi è passato da Bologna e, finalmente, dopo lungo tempo, ho potuto partecipare ad un suo incontro.

Di seguito alcuni appunti raccolti durante quella serata.

L’apertura, tramite un video con spezzoni dal film “La vita è bella” di Roberto Benigni e con l’accompagnamento musicale di una canzone, Offeso, di Nicolò Fabi.

Poi le parole di don Gigi:
La prima cosa a cui non vorrei mai rinunciare è: la dignità e la libertà.
Da quando Adamo ed Eva disobbedirono a Dio e “vogliono capire”, da quel momento è venuto fuori un manicomio. Né conseguirà l’inimicizia tra l’uomo e la donna, tra i fratelli: Caino e Abele.
Personalmente mi sento in esilio in questo mondo. È arrivata la modernità e tutti a seguirla e si sta male tutti dentro questi ritmi folli.
A Romena mentre stavamo discutendo sulle cose del quotidiano ci siamo fermati a guardare un cervo che veniva verso di noi. Nonostante abbiamo avvelenato il mondo anche con la nostra cattiveria, la vita ritorna. Se arriva un Cervo vuol dire che c’è un ritmo sano, che c’è un paradiso terrestre.
La nostra salvezza è vedere l’Eden in qualunque cosa.
Quando mi ritrovo nelle piazze delle città che visito, mi fermo sempre un paio d’ore. In quei luoghi, dove c’è anche un pò di schifo, cerco di vederci qualcosa di bello: gli innamorati, chi si sostiene, una carezza.
C’è un eden, un paradiso che mi garba ritrovare per ritrovare l’armonia dell’inizio, perchè noi senza armonia si sta male.
Se nei rapporti non c’è armonia si sta male.

Poi don Gigi cita Nietzsche: “Faremo fatica tutti a trovare un luogo dove sentirci a casa!” e ancora “Saremo avvelenati dal veleno dell’antico serpente!”. Il veleno ha contaminato tutti!

Le parole di don Gigi sono ricche di citazioni, ad esempio, richiamando Rilke, dice: “Se le nostre quotidianità vi sembrano povere, non date la colpa alle quotidianità. Prendetevi la colpa voi di non essere abbastanza poeti da vedere i miracoli.

Poi, in questi giorni, prossimi al Natale, si sofferma su Dio che si fa Uomo e sul Volto di Dio che, mai come con questo Papa, è stato mostrato in tutta la sua tenerezza, misericordia e compassione. Gesù che piange di fronte alla morte dell’amico Lazzaro. Gesù che si avvicina e accarezza il feretro di un ragazzo morto e, rivolgendosi alla madre, le dice “Non piangere!”. Gesù di fronte alla Samaritana che, con una richiesta per avvicinarla: “Ho sete, dammi da bere” (ho bisogno di te), arriva al cuore di lei e, senza tono di accusa, con tenerezza, le fa capire che sa tutto di lei, della sua storia e della sua anima. La stessa cosa avviene con Zaccheo.

Quindi una pausa con immagini (volti di uomini, donne e bambini) accompagnati dalla canzone di Francesco De Gregori: La storia siamo noi.

Don Gigi continua sul tema della Compassione.
Cita Hannah Arendt che, parlando dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, afferma che ciò è stato possibile a causa della incapacità sostanziale di immedesimarsi negli altri e di nutrire compassione, da parte di tanti uomini e donne… “per lo più erano uomini e donne del tutto “normali”, “comuni”, se non addirittura individui solitamente considerabili come “persone per bene”“…
Porta testimonianze di donne incontrate nel suo cammino.
Donne che hanno abortito: “all’inizio il dolore in loro è meno consapevole e vengono piangendo. Io penso che Dio, a quelle donne che hanno abortito, a quelle mamme, rimetterà il loro bambino in braccio, un domani.”
Una mamma che, di fianco al capezzale del figlio di dieci anni, malato di leucemia, si ritrova a bere le proprie lacrime perchè il figlio non possa vedere il suo dolore.
La compassione, così umana e così divina.

La giustizia e il mondo che vorrei.
“Unica giustizia è che si muore tutti”.
“Il mondo che vorrei”… Cambialo! Fai! Suda! Per cambiare il mondo servono le tue mani, il tuo tempo, il tuo impegno. …e questo non è cosa di questi tempi… Fondamentale è l’impegno educativo, nei confronti di giovani, ragazzi e bambini. Accompagnarli e aiutarli a scoprire i talenti di ognuno di loro. Stare con loro e “quello che rimarrà negli occhi e nel cuore li aiuterà a crescere”.

La serata procede con immagini, musica, parole.
La bellezza, l’armonia tra dolcezza e forza (presenti sia in Gesù che in Maria, sua Madre) in cui coesiste sia il femminile che il maschile.
“Vorrei un Cristianesimo più femminile”… se è vero, come è vero, che la prima parola e l’ultima, in punto di morte, per ognuno di noi, è “mamma”.

Infine una Benedizione:
Possa la via crescere con te
possa il vento essere alle tue spalle
possa il sole scaldare il tuo viso
possa Dio tenerti nel palmo della Sua mano.

Prenditi tempo per amare,
perché questo è il privilegio che Dio ti dà.

Prenditi tempo per essere amabile,
perché questo è il cammino della felicità.

Prenditi tempo per ridere,
perché il sorriso è la musica dell’anima.

Prenditi tempo per amare con tenerezza,
perché la vita è troppo corta per essere egoisti.

…ed una carezza, dolcissima, chiamandoci all’altare dove una giovane donna, con in mano una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore unge il mio volto e sentire la tenerezza provata da Gesù, quella sera, e trovarmi a ricordare un antico Salmo.

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